L'APPROFONDIMENTO DELLO SPICOLOGO E PSICOTERAPEUTA

Ricchi sfondati!

Saverio Costantino
Saverio Costantino
Ricchezza
Alla natura basta poco, all’avidità non basta niente. Viaggio nella metafora di Alì Babà e i quaranta ladroni
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Parto dalla metafora della fiaba di Alì Babà, un povero taglialegna che scopre di poter accedere ad una caverna ricca di ori, seguendo dei ladroni, che pronunciano una formula magica “Apriti sesamo!”. Suo fratello, già molto ricco, abbagliato dalla ingordigia della ricchezza, entrato nella caverna, dimentica la formula magica, resta intrappolato e viene ucciso dai ladroni. Emerge in questa fiaba l’intelligenza di una serva, Morgiana, capace di salvare tutti con la sua astuzia.

Insomma l’ingordigia manda da sempre a monte le relazioni, le emozioni e gli affetti. Lo sta facendo ancora, sta distruggendo gli equilibri naturali, chiudendoci in un irreversibile suicidio collettivo. Non dimentichiamolo mai, i ricchi hanno gli stessi bisogni di tutti: bere, mangiare, riscaldarsi. O dobbiamo pensare che i ricchi hanno cambiato il proprio modo di sentire o di non sentire? Delle volte mi chiedo se si mandi in corto circuito il senso di felicità generata dal “desiderio del desiderio”.

Cosa desideriamo in fondo e cosa ci rende felici? Le sovrastrutture del vivere ci stanno anche minando nel ragionare.

Un treno in corsa che si schianta prima o poi e non ci saranno misure da sanare con infinite ricchezze perché inquinare, attentare alla possibilità che l’acqua manchi non sarà sanabile con nessuna moneta.

Ma il problema è che la maggior parte degli uomini, come dice Aristotele nel primo libro della Metafisica, somiglia piuttosto ai pipistrelli, che ci vedono benissimo nelle tenebre e non vedono nulla nella luce. In altre parole sono proprio le verità più chiare che non riusciamo a comprendere.

Non è un discorso filosofico a cui anelo, anche se la filosofia come il simbolismo e le metafore fiabesche arrivano dentro senza difese.

Farei stesso discorso per chi tende sempre a salire sul podio per “essere”, per ricevere un riconoscimento, rinunciando quasi a diventare persona. In fondo sono sempre i semplici e i folli a salvare il mondo.

La natura non ama l’avidità, non si nutre di assenza di limiti, ma si nutre di armonia. Non basta salire su un podio per diventare alti. Gustare significa conservare il senso del limite anche individuale, perché ai nostri figli non possiamo insegnare a vincere, ma possiamo dare esempi nel vivere.

Proviamo un po’ tutti a parlare meno, proviamo a specchiarci in buoni esempi che nessun guru conosce meglio di noi stessi. La fatica resta sempre meglio dell’illusione. E allora, cosa salviamo a partire da oggi che non sia solo nostro?

venerdì 26 Aprile 2024

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