Cronaca

Minervino piange la dipartita di Francesco Grimaldi, per tutti “Franchino”

Tonino Gallucci
Francesco Grimaldi detto "Franchino"
​La Comunità minervinese partecipa con profonda e sentita commozione al dolore della famiglia Grimaldi per la dipartita del congiunto Francesco​
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Minervino tutta piange la dipartita di Francesco Grimaldi, per tutti “Franchino”.nLa Comunità minervinese partecipa con profonda e sentita commozione al dolore della famiglia Grimaldi per la dipartita del congiunto Francesco. Forse tanti, leggendo le generalità, di primo acchitto non riusciranno ad associarne la figura anche se sicuramente conosciuto. Egli, infatti, è stato per tantissimi anni ospite della Casa di Riposo “Luigi Bilanzuoli” di Minervino Murge e, di concerto, diventato uno di “famiglia”.

Chi non ha mai avuto a che fare con la sua inopportuna nonché dilettevole (mi si permetta l’ossimoro) invadenza? Per quanto mi concerne, sempre! Infatti, non c’era giorno, tranne le giornate meteriologicamente proibitive, in cui non capitava di incrociarlo e con lui passare qualche minuto a disquisire del solito discorso (i dipartiti del giorno), con le solite parole (l’orario del rito funebre), il solito interrogativo (se per il corteo funebre era prevista la presenza del corpo bandistico) e con l’inconvertibile invito/commiato (la Parrocchia ove sarebbe stato officiata la funzione religiosa).

Spesso il commiato veniva frapposto da uno dei momenti più teneri che mai avrei potuto immaginare: la condivisione di un caffè nel quale, a fronte della delicata dolcezza dell’atto, era superfluo aggiungere il cucchiaino dello zucchero.nTante volte mi è capitato di parlarne in famiglia e mia figlia Simonetta, attenta recettrice e pluripremiata in ambito nazionale per la pubblicazione di racconti e saggi, ha deciso nell’ambito dei compiti assegnatole dall’Accademia che tutt’ora sta frequentando, diretta da Alessandro Baricco, di stendere un racconto, liberamente tratto, dedicato all’amato “Franchino”.

Tonino Gallucci

Una domenica sua figlia gli disse: “Vestiti, usciamo”. Franco, di malavoglia, eseguì. nSalirono in macchina e s’inerpicarono per delle strade di collina, fino ad arrivare al paese. Sua figlia parcheggiò e lo spronò: “Dai, muoviti, scendi!”. E Franco, di malavoglia, eseguì. Costeggiarono un edificio basso, dalle facciate giallo paglierino. Sua figlia gli indicò una panchina e gli ordinò: “Siediti, aspettami qui”. Ancora una volta Franco, di malavoglia, eseguì. Nella fretta si era dimenticato l’orologio, poteva affidarsi solo al colore del cielo, che trasmigrava dall’azzurro al rosso. All’imbrunire, una suora gli si avvicinò, gli toccò delicatamente un braccio e gli chiese: “Non hai fame? Vieni dentro con me”. Lui disse: “Mia figlia dov’è?”. La suora replicò: “È dovuta andar via, ritornerà”. nQuella sera qualcosa fece clic nella testa di Franco e si spense. nDal giorno successivo smise di essere Franco e diventò per tutti “Franchino pà-pà”. Già, perché Franchino ama intrufolarsi tra le donne che contrattano davanti alle bancarelle del mercato ortofrutticolo ed applaudire non una, due volte, dicendo “pà-pà”. Tutti al paese lo salutano con un “ciao, Franchì!” e lui applaude non una, due volte, esclamando “pà-pà”. Adora stare tra la gente, é un tipo ridanciano. E guai a passargli davanti sovrappensiero, perché lui ti fa sussultare applaudendo ancora più forte non una, due volte, ed urlando “pà-pà”. nSolo la domenica, se gli passi davanti, lui resta in silenzio, seduto su una panchina, alle spalle un edificio basso dalle facciate giallo paglierino. Seduto su una panchina, in silenzio, Franchino aspetta; ma sua figlia, al paese, non è più tornata.”

Simonetta Gallucci

Tutta la nostra Redazione si stringe intorno alla famiglia Grimaldi e alla comunità dell’ospizio per esprimere le più sentite condoglianze

lunedì 6 Aprile 2020

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Licia Civarelli
Licia Civarelli
4 anni fa

Sono passati 20 anni da quando sono andata via da Minervino. Di Franchino non ho memoria. A quel tempo c’era un “altro Franchino”, quello di turno. Ma una cosa posso dire: già solo leggendo questo meraviglioso racconto, ben strutturato direi, ho provato zcommozione per la perdita di Franchino. La comunità in pochi mesi, ha provato la dipartita di due uomini, Enzo Melacarne e Franchino, che a modo loro, hanno lasciato un segno sociale.
Vicina alla mia terra d’origine.

Mario Lino
Mario Lino
4 anni fa

Eterno riposo dona loro signore “miscadiscodisch ammen”. Era la preghiera tipica di Franchino e con questa lo saluto la capirà certamente. Ce ne sarebbero da raccontare! Come quella volta che ci fu un ventaccio a Minervino(parliamo del 1997/98) e lui andava in giro gridando “main u viiiiind, main u vind!!” Ciao pace a te e un grazie a chi ti abbandonó donandoci a noi.