L'insegnamento cristiano

Il digiuno della quaresima e le sue motivazioni

Digiuno intermittente
Spopola sui social il “digiuno intermittente”: si tratta di una pratica alimentare che promette il dimagrimento e il miglioramento di alcuni parametri metabolici. A cura di Don Gaetano Corvasce.
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A cosa serve il digiuno?
Spopola sui social il “digiuno intermittente”: si tratta di una pratica alimentare che promette il dimagrimento e il miglioramento di alcuni parametri metabolici.
Ci vuole tanta forza di volontà o meglio ancora, c’è bisogno di una motivazione forte se decidi di non mangiare per un tempo più o meno lungo. Di fatti stai facendo un grande sacrificio se ti privi del soddisfacimento di un bisogno primario come l’alimentazione. Per cui si sacrifica il desiderio di cibo sull’altare della forma fisica, del benessere e dell’autostima.

Eppure la storia dell’umanità ha associato il digiuno alla vita religiosa, tanto che quando Gesù ne parla ai suoi discepoli, nella cultura ebraica era una prassi più che consolidata. Addirittura, il profeta Isaia, che scrive nell’VIII secolo avanti Cristo, rimproverava coloro che digiunavano e contemporaneamente non pagavano equamente i lavoratori. Si tratta di una vera scuola di impegno, perché, così come in palestra è necessario allenarsi per ottenere risultati, così il digiuno ci insegna a togliere dalla mensa cibo, per rendere capaci di togliere dall’esistenza quello che non solo non dà vita, ma la rovina perfino. La differenza risiede proprio nella motivazione.

Nel tempo di quaresima la Chiesa propone questa pratica perché Gesù digiunò per quaranta giorni nel deserto per prepararsi alla sua missione, così in questo tempo i cristiani si preparano alla Pasqua. Si tratta di un digiuno “festivo” perché preclude a qualcosa di più grande, di più bello, come quando non si mangia prima di una festa per avere la fame giusta e mangiare tutto dopo. Così in quaresima si digiuna per prepararsi all’incontro con Gesù che è lo Sposo. Ma soprattutto si tratta di un digiuno sempre aperto alla condivisione. Infatti sin dalle prime comunità cristiane, il corrispettivo di quanto non si spende per acquistare il cibo, viene dato per la carità.

Questo tratto è veramente tipico del digiuno Cristiano, che non rimane mai chiuso in una bolla individualista, ma è sempre aperto alla condivisione fraterna. Vissuto in questo modo, il digiuno ci fa assomigliare a Gesù, che da ricco che era, dice San Paolo, si fece povero per arricchirci.

giovedì 7 Marzo 2024

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