Come si fa a creare il silenzio in una pagina di articolo che invece dovrebbe essere letto? Perché se ci pensiamo un attimo è questo che andrebbe fatto… tanto silenzio per l’ennesimo episodio di violenza su una mamma, una compagna, una giovane vita. Inutile scrivere un post morboso sui dettagli di questa tragedia. E se ci soffermassimo sul profilo psicopatologico dell’uomo che ha agito un comportamento purtroppo troppe volte vissuto nella società odierna? A questo ci sta già pensando la cronaca. Sarà un narcisista patologico? Un terribile manipolatore?
Di certo siamo di fronte ad un ragazzo che mentre portava a termine quel gesto non ha ascoltato minimamente una voce dentro che gli urlava ” fermati”. Ma proviamo a chiederci una cosa e cioè questo ragazzo, nei suoi percorsi di vita, è stato guidato, sgridato, aiutato a “fermarsi” davanti ai suoi comportamenti inadeguati? Ci troviamo di fronte troppo spesso a genitori che cercano di riparare troppo tardi all’ormai irreparabile.
Nessun genitore è uguale ad un altro e non lo è nello stesso modo con figli diversi. Ogni genitore deve trovare il proprio modo “sufficientemente buono” di essere un padre o una madre, capace anche di accettarsi con i propri limiti. Ma in questa società che corre veloce e su più binari, siamo realmente sintonizzati sui bisogni dei nostri figli? O non ci rendiamo conto che stiamo crescendo dei giovani inquieti, concentrati sul nulla, sul benessere facile?
I media parlano di “mostro” , perché solo così dicono si possa definire chi è capace di compiere una follia del genere.
Dispiace sottolineare che un femminicidio raramente viene ad opera di una persona con problemi psichici, piuttosto è il risultato più estremo di una società che promuove una disparità tra i generi, una disparità tra persone.
È importante anche ricordare che questi uomini non sono mostri, i mostri esistono solo nelle favole. Questa sottolineatura viene fatta perché chiamarlo “mostro” crea una distanza tra noi (quelli “sani”, bravi che mai toccherebbero un’altra persona, ancor meno una donna incinta) e loro. Purtroppo questa distanza è una mera illusione. Rendersi consci dello status quo delle cose è il primo passo per provare a riflettere, perché ciò smetta di accadere.